La fontanina

Fra i reperti archeologici conservati nel museo si distingue una fontanina d’epoca romana, reperita in una cantina del centro storico, in via Castello, nel 1985, dove era incassata in un muro.

La fontanina è ricavata da un blocco di marmo che misura cm 38 (h) x 45 (l). Ha forma dodecagonale. Le facce sono decorate a ritmo alterno con rilievi e scalette a dieci gradini.

Diffusa presso i romani tra il I e il II sec. d. C., questo tipo di fons saliens funzionava nel seguente modo: l’acqua saliva dentro il blocco per mezzo di una fistula e zampillava nel bacino centrale per poi defluire nei fori posti sulle scalette e creando un bell’effetto a cascata.

Sui rilievi ormai consunti è possibile ipotizzare la seguente interpretazione iconografica: una figura è rappresentata da un tripode, oggetto legato alla figura di Apollo, le cui caratteristiche si adattavano alla politica augustea, che corrisponde all’epoca della fontanina.

A destra del tripode è presente una figura femminile, forse una danzatrice. Il contesto rurale e la caratteristica del territorio di Roviano, ricco di acque e sorgenti, fa supporre che si trattasse di una ninfa, personificazione delle forze naturali, e venerata anche come divinità delle acque termali.

L’ultimo rilievo, più difficile da interpretare in quanto più consunto presenta una serie di elementi attribuibili sempre ad Apollo. In conclusione si può ipotizzare che la fontanina narri un rituale o cerimonia legata al culto di Apollo, forse in ambito familiare

 

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