Museo Civico Archeologico “Villa di Traiano”

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La residenza dell’Imperatore Traiano (98-117 d.C.) sorge in un’area naturale di grande fascino, un territorio montuoso, salubre e ricco di acque che fin dall’epoca tardo-repubblicana e per tutta l’età imperiale era nota e frequentata come luogo di residenza. Sebbene molto distante da Roma e non particolarmente comoda da raggiungere, l’area era ben nota alla famiglia Imperiale: già Nerone, prima ancora di Traiano, si era fatto edificare un’imponente e suggestiva villa sospesa tra le due sponde del fiume Aniene (i cui resti si trovano nei pressi del Monastero di Santa Scolastica, nel Comune di Subiaco). L’importanza strategica di tutta la valle derivava principalmente dalla ricchezza dell’omonimo fiume che l’attraversa, da cui Roma captava oltre 750.000 metri cubi giornalieri attraverso 4 degli 11 complessivi acquedotti dell’Urbe.

Alla fine del I sec. d.C. fu Traiano a volere una villa residenziale nella zona, per godere della natura selvaggia ed incantevole dei luoghi e per poter praticare la sua attività di svago preferita, la caccia, come ci racconto Plinio il Giovane in un passo del suo “Panegirico” all’Imperatore.

La “fama” che in quegli anni dovette avere la villa è certamente da giustificarsi: residenze come quella di Arcinazzo Romano, destinate ad essere frequentate dalla corte dell’imperatore, erano decorate in maniera mirabile. L’esito esterno delle murature non era mai quello che oggi osserviamo; esse potevano essere rivestite di marmo, abbellite con affreschi o stucchi, a volte ulteriormente arricchiti da pennellate d’oro. I pavimenti degli ambienti principali erano realizzati attraverso una raffinata tecnica, il cui esito era il cosiddetto opus sectile. Prevedeva l’impiego di marmi sezionati appositamente in fogli molto sottili di modo che fosse possibile trarne piccoli elementi sagomati con grande precisione in tessere irregolari. Sebbene soggetta a spogli già a partire dall’età tardo antica-altomedievale e nel Sei-settecento, gli scavi hanno portato alla luce diversi ambienti che conservano ancora integra questa pavimentazione in opus sectile policromo, testimonianza di rara bellezza, degna solo di residenze imperiali

Il pregio dei materiali, la bravura della manovalanza appositamente selezionata su tutto l’impero e il prestigio della committenza fecero della Villa dell’Imperatore Traiano una vera e propria “residenza dorata”, motivo di vanto e fama e nello stesso tempo di disgrazia e distruzione quando, caduta in disuso, ne fu smarrita l’eccezionale importanza storica e documentale. A Partire dal 1999 la villa è oggetto di scavo archeologico da parte della Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale. Dei 5 ettari complessivi di estensione molti, infatti, non sono ancora stati indagati e nascondono un tesoro ancora tutto da svelare. Il Museo civico Archeologico “Villa di Traiano”, inaugurato il 20 giugno 2004 e posto all’interno dell’area archeologica in piccolo casale rurali preesistente ed appositamente restaurato, ospita tra i più significativi reperti nel corso dello scavo e rappresenta utile compendio alla visita al sito.

 

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